Sanmauro Calcio

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CALCIO NAZIONALE: RUSSIA 2018: “NIET” ITALIA

San Mauro T.se 14 Novembre 2017

Non potevamo sottrarci, anche noi, di commentare la “Tragedia” nazionale che ieri sera tutti i tifosi hanno vissuto in diretta. Noi siamo il SanMaurocalcio, ben più piccola cosa che la Nazionale, noi soffriamo e gioiamo tutte le domeniche per vedere i nostri bimbi e ragazzi dannarsi l’anima per una partita, vediamo anche noi le lacrime a fine gara dei nostri ragazzi, ma sono lacrime vere, sincere e genuine che nulla hanno a che vedere con il calcio esasperato professionistico. Quindi eccoci qui a commentare, ci perdonerete cari tifosi GialloBlu, un pò sarcasticamente quanto è accaduto alla nazionale degli azzurri ieri sera. con ironia e tristezza per non poter vedere calcare i terreni di calcio Russi, questa estate da parte dei calciatori Italiani.

Dopo 60 anni, ritorna la “Caporetto” calcistica. La tragedia nazionale si è consumata in diretta televisiva, orde di tifosi che hanno passato le notti in bianco per la disperazione delle mogli e dei figli. Questa volta non per mano dei Coreani, piccoli e con gli occhi a mandorla, ma per mano dei Svedesi in quel di San Siro nella cornice Milanese che fu teatro di grandi imprese calcistiche. La Svezia, altri popoli abituati a vivere nelle intemperie climatiche estreme, alti, biondi e con gli occhi azzurri, dove ogni pallone che arrivava nella loro area di rigore era preda loro, e nulla potevano fare i nostri “Azzurri” stremati e affannati a cercare di sciogliere quel “Ghiaccio” tutto nordico, fatto di fisico e provocazione oltre che di consapevolezza che la palla non sarebbe mai entrata nella loro rete. Per carità, forse se la palla invece di sfiorare il palo entrava…se l’arbitro ci avesse dato il rigore…..sono tutti ma, ciò che conta è che L’Italia calcistica è fuori dalla scena internazionale e con lo “spread” alle stelle nella classifica mondiale. Uno stadio, quello di San Siro, stracolmo e incitante verso gli azzurri che forse non sentivano più le urla di un CT Ventura smarrito e impotente di fronte alla disfatta mondiale.

Poi le lacrime del nostro portierone Gigi Buffon in diretta televisiva alla fine della partita, ci hanno portato tutti con i piedi per terra, cioè l’Italia la qualificazione al mondiale, non l’ha persa contro la Svezia, ma prima, molto prima nel girone di qualificazione, giocando partite inguardabili e insostenibili calcisticamente. Non sappiamo se le lacrime del portierone azzurro fossero per la mancata qualificazione o per il fatto che non potrà disputare il sesto mondiale consecutivo, non lo sappiamo i singhiozzi spegnevano ogni velleità e rimanevano in gola le parole che forse sarebbero state più appropriate: Scusate! Ora iniziano i “processi” che non avranno sicuramente appello, le analisi, le tavole rotonde, quadrate e rettangolari, dirette televisive e interviste esclusive; la maglia di Buffon bagnata dalle traumaturgiche lacrime verrà messa all’asta da “Sotheby” e la partita rivista e conservata negli archivi storici dei “Cold Files” calcistici Italiani.

Pazienza vorrà dire che i Russi, che aspettavano con ansia l’estate prossima le carovane dei tifosi Italiani, caciare e spendaccioni, invece di cucinare pizze e spaghetti dovranno accontentarsi dei “Gulash” e delle insalate scandinave, per la verità molto buone, piuttosto che prenotare lussuosi alberghi per gli sfrenati e immancabili tifosi Italiani abituati sempre a farsi conoscere all’estero come qualcuno diceva.

Ora nello “Stivale” addolorato per non poter vedere giocare la Nazionale ai Mondiali di Russia 20118, non rimane che il campionato, pronto già a ripartire questa domenica, le squadre di club e le squadre di periferia. A Torino gira già la voce che, lo “sfortunato” CT azzurro Ventura, sia in cerca di una casa in Costa Rica dove esiliarsi a vita perenne, pagando il “fio” della colpa tutta calcistica nazionale. Ora dovrà iniziare la rinascita nazionale, la riscossa calcistica, il “Monte Grappa” Italiano, insomma questa volta il “Piave” deve mormorare e forte. Si puliranno i giocatori che non hanno brillato, via tutti avanti i giovani, si cercheranno streghe e sciamani e si interpelleranno “Sibille” calcistiche, quelli non mancano mai, per sapere quale sarà il futuro della nazionale. Personalmente, pur amando il calcio, tifandolo, scrivendogli articoli, spero che ora nel paese, nei circoli, nei bar, ma soprattutto in Parlamento, si parli del lavoro, della disoccupazione, della ripresa, dei poveri, delle pensioni, insomma si cerchi e si approfitti di questa “Caporetto” per far rinascere il paese e non calcisticamente, ma dei bisogni che tutti noi avvertiamo e di cui abbiamo bisogno. Ma poi si sa, da noi tiene banco di più una partita di calcio, questa volta storica eliminazione, che la gente che fa coda alle mense dei poveri per mangiare almeno una volta al giorno.

Non ci saranno appelli ne scuse, si faranno processi sommari e giustiziati nelle pagine sportive, i giocatori e l’allenatore, come ai tempi di “Pol Pot” in Cambogia: niente prigionieri, nessun sopravvissuto dovrà rimanere. La rinascita sarà radicale e profonda.

Sempre per rimanere dalle parti dell’Indocina, “Ho Chi Min” il leader dei Kmer Rossi del Vietnam del Nord, diceva: Eliminarne uno per educarne cento. Qui, da noi si tratta che se elimini dalla nazionale un giocatore storico e intoccabile, rischi che al bagno penale ci vai tu che hai tentato di toglierlo, perche? Perché questo è il paese degli equilibri, delle parallele convergenti, dei compromessi e degli amici degli amici, insomma penso sarà una rinascita difficile quella calcistica nazionale, mentre mi auguro sia più facile quella sociale.

Dicono che la “disfatta” mondiale ci costerà circa 100 milioni di Euro. Domanda: chi pagherà questa somma? Per adesso non si sa. Magari i Tecnici di Palazzo Chigi sono già al lavoro per limare quà e là per racimolare il denaro occorrente, o magari sarà la colletteività, cioè tutti noi, a pagare usando l’attaccamento nazionale al calcio, appellandosi alla difesa della Patria e al sacro suolo calcistico italiano.

Noi ci accontentiamo del “nostro” SanMaurocalcio, del nostro microcosmo calcistico, dove ogni domenica soffriamo per i nostri Bimbi e Ragazzi, dove ci danniamo l’anima nei campi di periferia per vedere trionfare i nostri colori GialloBlu. Non certo nobili come quelli azzurri, ma profondi e amati, vissuti e disperati perchè ogni domenica, per noi è una qualificazione mondiale, una gioia che brilla negli occhi dei nostri ragazzi, per la gioia e felicità di aver disputato una partita di calcio con la maglia del SanMauro.